Il concetto di lavoro è differente da quello di impiego. L’impiego, qualunque esso sia, comporta naturalmente una retribuzione o un comunque un guadagno. Nonostante ci siano impieghi ben retribuiti alcuni di questi comportano delle attività che non sono sinonimo di sviluppo, che nulla aggiungono al bene comune o, addirittura, possono essere causa di sofferenza o perfino distruzione.
Esistono molte altre forme di realizzazione che non sono legate a un impiego retribuito. Occorre uscire dalla credenza che il valore di una persona dipenda dal lavoro che svolge, dalla sua capacità di produrre e consumare. Occorre uscire da questa cultura consumistica e, al contrario, favorire le relazioni collaborative tra persone. Il reddito di base facilita l’auto realizzazione perché permette di aumentare la creatività, di dedicarsi alle attività importanti per ognuno di noi e per lo stesso sviluppo della società: la propria formazione, il volontariato, quelle con scopo sociale.
Occorre uscire dalla credenza che il valore di una persona dipenda dal lavoro che svolge, dalla sua capacità di produrre e consumare. Condividi il TweetQuante persone lavorano senza essere retribuite? Eppure, al contrario, svolgono attività molto importanti. Pensiamo, ad esempio, al lavoro domestico, a quello della cura degli anziani o dei bambini da parte dei familiari, al lavoro dei volontari, delle associazioni, a coloro che mettono a disposizione conoscenze di ogni genere su internet.
Nel nostro Paese, nel 2016 l’ISTAT ha conteggiato 7 milioni 338 mila donne che dichiarano svolgere l’attività di casalinga. Questa e le altre cui si accennava prima, sono funzioni necessarie e, anzi, indispensabili per il funzionamento della società. Tuttavia, non sono considerate e valorizzate con il riconoscimento di una retribuzione.
La ricerca dell’ISTAT cui sopra si accenna rileva come:
nel 2014 sono state effettuate in Italia 71 miliardi e 353 milioni di ore di lavoro non retribuito per attività domestiche, cura di bambini, adulti e anziani della famiglia, volontariato, aiuti informali tra famiglie e spostamenti legati allo svolgimento di tali attività. 41 miliardi e 794 milioni di ore sono invece le ore di lavoro retribuito stimate nei Conti Nazionali. [1]
Il reddito di base, finalmente, darebbe un riconoscimento sociale e valorizzerebbe l’utilità anche di queste attività lavorative.
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Note
[1] ISTAT.IT (2017, o.l.), Le casalinghe in Italia, report statistico 2016.
Massimo dice
Buongiorno , gradirei un chiarimento sull’eninciato : ” Nonostante ci siano impieghi ben retribuiti alcuni di questi comportano delle attività che non sono sinonimo di sviluppo, che nulla aggiungono al bene comune o, addirittura, possono essere causa di sofferenza o perfino distruzione ”
Trovo importante chiarire quali siano tali attività, eventualmente indicarne anche quale sono gli aspetti negativi di tali attività.
Grazie .
Saluti cordiali,
Massimo
L'Autore dice
Ciao Massimo, grazie dell’intervento. Mi sembra che il testo sia chiaro : ci sono degli impieghi RETRIBUITI che provocano “sofferenza” / “distruzione”. Per esempio puoi considerare l’impiego nel settore militare : la guerra, l’azione militare conduce a sofferenze (morte) e distruzioni materiali. In linea ancora più ampia potremmo inserire chi produce e commercializza armi, strumento di sofferenza e morte e distruzione. Di contro, diverse attività (quindi lavoro) non viene retribuito benchè certamente utile alla famiglia ed alla società in genere : può essere quello domestico, di cura dei familiari, il volontariato (quello vero), etc. – Persino io, che non sono retribuito ma con il mio studio sul reddito di Base (durato mesi) ha dato un servizio alla collettività. Spero.