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Reddito di Base

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Introduzione al reddito di base

4 Dicembre 2018 by Natale Salvo 6 commenti

reddito-di-base-introduzione

Di reddito di base se ne parla da tempo, specie in ambito accademico. Negli ultimi anni, nel nostro Paese, l’attenzione è aumentata. Grazie al Movimento Cinque Stelle che, colla proposta della istituzione del reddito di cittadinanza, ne ha sdoganato il dibattito anche sui media mainstream. Anche la produzione letteraria, in proposito, ha avuto un’impennata. È sufficiente effettuare una ricerca dei termini “reddito di base”, “reddito di esistenza”, o “reddito di cittadinanza” su Amazon per ottenere una quarantina di titoli [1].

La battaglia politica del Movimento Cinque Stelle, tuttavia, è risultata isolata e sembra condurre a un semplice strumento di natura assistenziale piuttosto che verso un reddito di base propriamente detto.

Una ricerca empirica su Google Trends (vedi fig. 1), ovvero sulle parole più ricercate, riferita all’area di Google News, rivela che, nell’ultimo anno (novembre 2017-novembre 2018), il tema povertà è il meno cercato rispetto a quelli, nell’ordine, delle pensioni, dello spread, dell’immigrazione o delle tasse.

Google Trends sulla povertà
Fig. 1, andamento ricerche in rete (Fonte: Google Trends).

La cosa non può sorprendere se si pone attenzione alla proprietà e agli interessi degli stessi media o allo stato comatoso di partiti politici della sinistra e sindacati. Eppure di povertà – da non confondere con miseria [2] che è una condizione diversa e più estrema – occorre parlarne. La povertà in Italia, intesa quale condizione tale da precludere la possibilità di condurre un’esistenza simile a quella della maggioranza dei membri della società cui si appartiene, è un tema che interessa il 30% della popolazione [3]. Il nostro è il Paese europeo secondo solo alla Grecia, che ci precede col 36%, per questa poco invidiabile classifica.

Soprattutto parlarne è fondamentale per due motivi.

Il primo è rappresentato dal continuo progressivo allargarsi, in Italia, ma anche nel Mondo, di questa forbice, della differenza di condizione di vita tra la popolazione ricca e quella povera.

Il secondo è rappresentato dall’innovazione tecnologica che rischia seriamente di incidere sull’impiego della popolazione nei prossimi anni [4] e che, in assenza di provvedimenti, non può che condurre a un aumento della povertà e dell’esclusione tale da mettere in crisi la stessa coesione sociale.

La povertà aumenta non perché vi sia meno ricchezza, non solo almeno. Aumenta perché si ampliano le diseguaglianze.

Lo scorso ottobre si è conclusa la XXXVII edizione dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie [5]. Secondo le informazioni riportate dagli oltre 7.000 nuclei familiari intervistati, «nel 2016 il reddito annuo familiare, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è stato in media pari a circa 30.700 euro (30.600 euro nel 2014)».

La crescita del reddito equivalente reale non è stata tuttavia uniforme tra gruppi socio-demografici. La ricerca spiega come «l’indice di Gini del reddito equivalente [6], una misura sintetica di disuguaglianza che varia tra 0 e 1, nel 2016 è salito al 33,5 per cento, dal 33 per cento del 2012 e del 2014».

Ancora più significativo appare il dato sulla distribuzione della ricchezza rilevabile dalla pubblicazione:

alla fine del 2016 le famiglie italiane disponevano in media di una ricchezza netta, costituita dalla somma delle attività reali e delle attività finanziarie al netto delle passività finanziarie, di circa 206.000 euro (218.000 euro nel 2014). [Ma] […] secondo l’indagine, la quota di ricchezza netta detenuta dal 30 per cento più povero delle famiglie, in media pari a circa 6.500 euro, è l’1 per cento […] Il 30 per cento più ricco delle famiglie detiene invece circa il 75 per cento del patrimonio netto complessivamente rilevato, con una ricchezza netta media pari a 510.000 euro. Oltre il 40 per cento di questa quota è detenuta dal 5 per cento più ricco, che ha un patrimonio netto in media pari a 1,3 milioni di euro (BANCA D’ITALIA, 2018a: 5).

Su 40.872.080 contribuenti, solo 451.275 (ovvero l’1,1%), nel 2016, hanno dichiarato un reddito complessivo superiore a 100 mila euro, e solo 35.719 (lo 0,08%) oltre i 300 mila. Al contrario, ben 7.284.109 (il 17,8%) ne hanno dichiarato uno sotto i 6 mila euro [7].

«Il reddito di base è contrario alla legge del più forte», quella naturale e degli animali, dalla quale discendono le ideologie dominanti.

«Il reddito di base è contrario alla legge del più forte», quella naturale e degli animali, dalla quale discendono le ideologie dominanti. Condividi il Tweet

Si tratta di quella legge che ha impedito, storicamente, di negare in noi l’umanità. Per la sua introduzione, «il maggior cambiamento deve realizzarsi nella nostra testa e riguarda concetti e valori finora inamovibili: la credenza sul valore che sarebbe da darsi alla cosiddetta etica del lavoro [8] e quella che fa credere che sia la beneficenza la soluzione della povertà e sostituto della giustizia sociale» [9].

—

Note

[1] Risultato ricerca per il solo termine “reddito di base” su Amazon effettuata il 5 dicembre 2018: Il reddito di base. Una proposta radicale (Van Parijs-Vanderborght, ottobre 2017), Il reddito di base (Granaglia-Bolzoni, marzo 2016), Il reddito di base nell’era digitale. Libertà, solidarietà, condivisione (Allegri, dicembre 2018), Reddito di base, tutto il mondo ne parla. Esperienze, proposte e sperimentazioni (Gobetti-Santini, marzo 2018), Il diritto a un reddito di base. Il welfare nell’era dell’innovazione (Bronzini, novembre 2017), Manifesto per il reddito di base (Chicchi-Leonardi, aprile 2018), Retribuire le conoscenze (anche a chi non ha un lavoro o ne ha uno sottopagato). Un reddito di base diverso in una società che cambia (Rana, giugno 2018), Reddito di base contro reddito di inclusione: La povertà non è una colpa, il lavoro non è un obbligo ma un diritto (AA.VV., maggio 2018).

[2] TRECCANI.IT (o.l.), Vocabolario online, miṡèria = stato di estrema povertà, mancanza di ciò che è fondamentalmente necessario per vivere, cui conseguono avvilimento spirituale, infelicità e senso di desolazione.

[3] INDEXMUNDI.COM (o.l.), Popolazione sotto la linea di povertà, dati tratti da fonte: CIA World Factbook – Aggiornato a gennaio 2018. Occorre, tuttavia, tener conto che le definizioni di povertà variano considerevolmente tra le nazioni. Ad esempio, le nazioni ricche generalmente impiegano standard di povertà più generosi rispetto alle nazioni povere.

[4] Ne accenno al capitolo 6 e più diffusamente in appendice 1, nell’articolo Deloitte, Industria 4.0: Un futuro da disoccupati o da precari.

[5] BANCA D’ITALIA.IT (2018a, o.l.), Indagine sul bilancio delle famiglie italiane, del 12 marzo 2018, pag. 5.

[6] Il reddito equivalente è il reddito di cui un membro di una famiglia dovrebbe disporre per raggiungere lo stesso livello di benessere che otterrebbe se vivesse da solo. Viene calcolato assegnando a ciascun membro della famiglia un peso che dipende dalla sua età; la somma di questi pesi restituisce il numero di adulti equivalenti della famiglia. Il reddito equivalente è dato dal rapporto tra il reddito familiare complessivo e il numero di adulti equivalenti. Si adotta la scala di equivalenza dell’OCSE modificata, che attribuisce un coefficiente pari a 1 al capofamiglia, 0,5 ai componenti con almeno 14 anni e 0,3 a quelli con meno di 14 anni.

[7] FINANZE.GOV.IT (2017, o.l.), Statistiche inerenti le “dichiarazioni 2017” contenenti i redditi e gli oneri deducibili 2016, a cura Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento delle Finanze.

[8] Il valore dell’etica del lavoro prende spunto dalla lettura della Bibbia: “maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita” (Gen. 3,17) e “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra” (Gen. 3,19).

[9] AA.VV. (2018: 65-66), Renta Basica universal e incondizionata, Leon Alado, Spagna.

Archiviato in:Reddito di Base Contrassegnato con: Diseguaglianza, Movimento Cinque Stelle, Povertà

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Jerry Masslo II CèL aka Africano dice

    21 Aprile 2021 alle 9:48 AM

    Una nuova moneta per il Reddito Universale.
    La moneta biologica si usura col tempo e lo scambio.
    In un modello ogni anno e a ogni scambio un dodicesimo del suo valore è perduto.
    La moneta biologica deve essere riemessa costantemente altrimenti scomparirebbe.
    La sua riemissione, al contrario delle monete comuni,  non genera inflazione.
    La moneta biologica elimina le tasse e l’evasione fiscale e i paradisi fiscali e il fisco stesso!
    La pressione fiscale diventa impersonale e a carico della moneta stessa.
    Non c’è necessità quindi di dichiarazione dei redditi né di tutta la burocrazia connessa e il fisco diventa inutile.
    La moneta biologica è prodotta in ragione delle persone stesse che è come se la generassero col loro respiro.
    Una parte allora può usarsi per pagare la spesa pubblica senza dovere rivolgersi ai contribuenti mentre un’altra può costituire un REDDITO UNIVERSALE.
    La pressione fiscale rimane progressiva perché i redditi bassi hanno il prelievo fiscale compensato dal REDDITO UNIVERSALE che gradualmente diventa insufficiente a compensare i redditi alti.
    In totale si ha l’eliminazione di tutte le tasse, a meno che non si vogliano regolare particolari settori, e una redistribuzione della ricchezza.

    Per approfondire: https://esogeomedismo.net/2020/09/03/considerazioni-su-moneta-biologica-equivalente/

    Rispondi
  2. Francesco Vaccaro dice

    29 Giugno 2022 alle 3:29 PM

    E ciò che ho sempre pensato già da quando ero un ragazzino e cioè che se siamo una società (organizzata),dovremmo garantire tutto ciò che può aiutare per vivere compreso ovviamente una casa.Compreso ovviamente Aqua e luce . Di quale società stiamo parlando e di quale fratellanza?

    Rispondi
  3. Donatella dice

    17 Luglio 2022 alle 11:08 AM

    Alcun commento sono disoccupata

    Rispondi
  4. Anisoara Zarafan dice

    29 Luglio 2022 alle 1:23 PM

    Sono molto povera sarei felice di poter vivere denitossamente e non piangere Oni giorno che non posso fare o pagare ii debiti

    Rispondi
    • Anisoara Zarafan dice

      29 Luglio 2022 alle 1:25 PM

      Questa è la verita

  5. LABA Mioara dice

    20 Settembre 2022 alle 4:57 PM

    Vivo da17 anni in Italia, a POMPEI Napoli, mi dispiace dire che ho lavorato sempre a nero, perché ho dovuto crescere 2 figli. Un paio di anni fa a mio marito e stato scoperto un cancro. Ho dovuto ,,muovere mari e monti,, per poter fare la carta di identità italiana, così mio marito sta prendendo un po’ di pensione di invalidità civile. Attualmente sto cercando un lavoro come badante diurna, ma ,per prima cosa, non è pagato come si dovrebbe, seconda cosa, sui siti di lavoro, non mi risponde nessuno perché stanno chiedendo CV. Secondo voi che cosa devo fare??? Come vi ho già spiegato, vado a lavorare a nero, perché ho bisogno di soldi. Questo è tutto. GRAZIE

    Rispondi

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  • FERNANDEZ J.L. (2002), La Renta Basica Contra La Renta Basica (ES)
  • MARTINEZ Y GONZALEZ (2014), Curso sobre la Renta Básica, Attac Oviedo (ES)
  • SALVO N. (2019), La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base (IT)

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